Tag

, , ,

“Il giornalismo misura il grado di libertà di un paese. Ciò significa che non è mai al di sopra delle regole ma è dietro le sue regole”. Così parlò Michele Partipilo, presidente della “Commissione Istruttoria Ricorsi” dell’Ordine dei Giornalisti. E’ vero? Non è vero? E’ un giudizio parziale? E’ credibile? Essere dietro le regole, esser dietro una notizia, vuol dire andare oltre ciò che si vede. Prendere uno sguardo diverso ed adottarlo nella contingenza, in quello che osserviamo. Osservare: da essa trarre opinioni o raccontare. Dalla cronaca nera ad una partita dei Los Angeles Clippers. Da quello accoppato con la motosega ad Adro (BS) al numero di schiacciate di Blake Griffin in una partita di play-off.

Sono ricco, famoso e salterò le macchine. Eppure tutti possiamo essere o raccontare una notizia

L’informazione non può essere solo buone opinioni, altrimenti poggerebbe su una base molto fragile: la parzialità. L’informazione non può essere solo una buona cronaca, altrimenti sarebbe asettica e senza spunti di riflessione. La notizia va cercata, l’opinione va costruita. Senza essere scontati. Ieri sera “Servizio Pubblico” ha mostrato un’intervista a Theodoros Koudounas, per tutta Europa un nazista. All’ultima domanda, sul futuro dell’Europa, ha detto questo: “O ci sarà l’Europa delle patrie o non potrà esserci nessuna Europa”. Ha ragione: questo mi rende nazista? No. Quello che serve adesso, e servirebbe sempre nella vita, è un metodo di lavoro. Il mio, quello che vedrete voi lettori, è legato al guardare dietro le cose. A rivalutare perle del passato, a trovare interesse nelle piccole cose del presente. Il futuro verrà da sé. Intanto benvenuti. Da domani cominciamo a ragionare

Così parlò il sottoscritto